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Ma cos’è l’autismo?

autismo

Oggi care mamme sento il bisogno di fare chiarezza su un punto importante, che così spesso preoccupa i genitori dei piccoli e di cui si sente sempre più parlare ma in maniera poco comprensibile. Il tema in questione è l’autismo, sindrome che si manifesta nei primissimi anni di vita e di cui hanno parlato, magari un po’ romanzando, molti film e diversi libri.



L’autismo è un disturbo dello sviluppo che colpisce circa 10 bambini su 10.000. La maggior parte delle diagnosi viene effettuata quando il bambino ha già più di quattro anni, ma è importante invece che possa essere stabilita prima così da poter iniziare precocemente programmi riabilitativi sfruttando la plasticità della mente dei piccolissimi. Il recupero a quel punto può essere davvero significativo.

I sintomi che i genitori più frequentemente mi riportano come segnali che li hanno insospettiti, ma a cui per mesi e mesi non hanno dato troppo peso sono:

  • stranezze nella comunicazione (ad esempio il bambino ripete ossessivamente sempre lo stesso suono, o tarda significativamente a parlare, o comunica prevalentemente tramite suoni prodotti con la bocca e la lingua che non sono parole, dopo 15-18 mesi)
  •  mancanza di gioco simbolico (cioè il bambino è incapace di giocare a fare finta di telefonare, mangiare, cucinare, lavorare come il papà…)
  • assenza di imitazione (il bambino non imita nessuna azione propostagli in forma di gioco)
  • sguardo sfuggente (il bambino non guarda mai o quasi mai negli occhi l’interlocutore, mamme e papà compresi)
  • manierismi nei movimenti di mani e dita (movimenti senza scopo, ripetuti continuamente e senza apparente senso)
  • reazioni insolite a suoni o luci lampeggianti (fissazione sulle luci che necessita dell’interruzione da parte dell’adulto, estremo fastidio per suoni leggermente più forti del normale)
  • strane posture assunte (che vi sembrano scomode e innaturali)
  • scarsa o assente ricerca di contatto fisico
  • apparente disinteresse per numerose varietà di stimoli

Chiaramente questi sono alcuni indicatori che presi singolarmente non hanno nessun valore, ma che vi devono insospettire se si presentano in combinazione.

Se foste preoccupate mamme, nessun allarme: chiedete una visita in neuropsichiatria infantile e parlate loro dei vostri dubbi. Meglio fugarli con un percorso di valutazione che tenerli per sé.
Anche perché per il vostro bimbo sarà un gioco divertente affrontare le prove che gli verranno proposte.

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