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Malattie

6 modi in cui si può prendere la toxoplasmosi

L'alimentazione nasconde diverse insidie che possono diventare vere e proprie “trappole” per le future mamme e i loro bambini. Le infezioni che si possono contrarre dal consumo di cibi contaminati possono essere pericolose in un momento delicato come la gravidanza.

Gli scompensi biologici e fisici provocati da virus, batteri o parassiti hanno un'influenza negativa anche sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino e sull'andamento della gravidanza.

Così si prende la toxoplasmosi

La toxoplasmosi è una malattia infettiva provocata da un parassita chiamato Toxoplasma gondii che può vivere nelle cellule di uomini e animali a sangue caldo, tra cui gatti, volatili e animali da allevamento. In realtà, però, il gatto è l'unico ospite definitivo o meglio l'animale in cui il Toxoplasma gondii si riproduce grazie alla formazione di oocisti costituiti da un nucleo, una massa di protoplasma e una parete cellulare resistente.

Segnali della toxoplasmosi

Dean Drobot || Shutterstock



Eludere il contagio da Toxoplasma gondii è possibile mantenendo alta l'attenzione rispetto ai 6 modi in cui si può prendere la toxoplasmosi:

  1. Contatto – Il parassita può essere contratto toccando o entrando in contatto con le feci infette del gatto oppure con utensili e superfici della cucina che sono entrate in contatto con cibi crudi.
  2. Carne – Mangiare carne cruda o poco cotta di un ospite intermedio come l'agnello o la cacciagione può mettere a rischio la salute della futura mamma e l'andamento della gravidanza.
  3. Cibi crudi – Il consumo di frutta e verdura crude e non lavate che sono state contaminate da concime infetto può risultare estremamente pericoloso.
  4. Acqua non depurata – Bere acqua non depurata, soprattutto durante un viaggio nei Paesi in via di sviluppo, potrebbe aumentare il rischio di contagio.
  5. Latte – Anche se poco frequentemente, può veicolare il parassita.
  6. Trasfusioni e trapianti – Non si esclude la possibilità che la toxoplasmosi possa essere trasmessa attraverso trasfusioni di sangue e organi trapiantati.

Toxoplasmosi in gravidanza: è pericolosa?

L'infezione da Toxoplasma gondii si divide essenzialmente in due fasi: toxoplasmosi primaria caratterizzata da un'assenza di segnali o un corredo di sintomi molto simile a quello dell'influenza e toxoplasmosi postprimaria in cui il parassita resta nell'organismo e non manifesta alcun sintomo. Il parassita risulta completamente innocuo per una persona senza particolari problemi, ma può essere decisamente dannoso per le donne incinte.

La futura mamma che entra in contatto con il microorganismo può anche non avere difficoltà a portare a termine la gravidanza, malgrado ciò una condizione trascurata può avere effetti negativi sul bebè. Il Toxoplasma gondii riesce ad attraversare la placenta, a raggiungere il feto e a manipolare lo sviluppo del bebè, provocando danni piuttosto gravi quali aborto spontaneo, danni al sistema nervoso centrale, malformazioni e lesioni agli occhi.

Bisogna considerare che le conseguenze più gravi si manifestano quando la futura mamma contrae il parassita durante le prime settimane di gestazione. Se la donna incinta entra in contatto con il Toxoplasma gondii nel corso del terzo trimestre di gravidanza allora la malattia si trasmette facilmente, ma non registra gravi conseguenze nella maggior parte dei casi.

Come si riconosce?

L'allarmismo non è mai la strada migliore per affrontare i nove mesi di gravidanza, visto che basta conoscere i 6 metodi di contagio della toxoplasmosi per sapere come evitare il peggio. C'è da dire che, l'infezione da Toxoplasma gondii, una volta contratta in tempi non sospetti, lascia un'immunità permanente.

Le future mamme possono sapere se hanno contratto il Toxoplasma gondii in precedenza e ne sono rimaste immuni sottoponendosi a un semplice esame del sangue che consente di rintracciare la presenza di anticorpi contro il toxoplasma. Il toxo-test può essere eseguito prima del concepimento o in occasione della prima serie di esami che vengono consigliati alle future mamme all'inizio della gravidanza. Se la donna incinta risulta immune allora può stare tranquilla per tutta la gravidanza e non deve ripetere il test mentre se risulta suscettibile di infezione deve ripetere l'esame ogni mese.

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