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Parto

5 tipi di parto indotto che ancora non conoscevi

Con il termine parto indotto si fa riferimento a dei metodi, sia farmacologici che naturali, che stimolano le contrazioni uterine e, quindi, il travaglio. Il parto indotto non è un fenomeno raro, infatti negli ultimi anni ha coinvolto quasi il 10% delle gravidanze del nostro Paese.

Questo accade in particolar modo se la futura mamma presentava caratteristiche particolari, come l'età avanzata o problemi di peso. È necessario che il parto venga indotto una volta giunti alla 41esima settimana di gestazione poiché, quanto più si aspetta  partire da tale momento, tanto più la placenta potrà rendere difficoltosa l’ossigenazione e il nutrimento del bambino. Il parto indotto può essere di varie tipologie, a seconda della tecnica che viene utilizzata per stimolare il travaglio.

Il parto indotto è sempre uguale?

Tutti i tipi di parto variano sempre di mamma in mamma, come la gravidanza stessa. Se i medici ritengono che sia il caso di fare un parto indotto è perchè è a rischio la tua salute e quella del tuo bambino.

1. Stimolazione e rottura delle membrane

Il primo metodo naturale che viene utilizzato per indurre il travaglio e, quindi, il parto è lo scollamento delle membrane. Questa tecnica di induzione viene effettuata dalle ostetriche mediante inserimento di un dito a livello del collo dell’utero, operando una sorta di massaggio delle membrane, di modo da favorire la produzione naturale  da parte di queste ultime di prostaglandine, delle sostanze che stimolano il travaglio.



Nel caso in cui questo massaggio non porti alcun risultato, si procederà alla rottura delle membrane: quest'ultimo è un procedimento un po’ fastidioso, in quanto viene operato con un apposito attrezzo che rompe il sacco amniotico, producendo l’uscita del liquido amniotico. Questo,a  sua volta, fa spostare la testa del bambino verso la vagina, e la pressione che viene esercitata dal bambino è in grado di favorire le contrazioni.

2. Gel di prostaglandine

Altra tecnica molto utilizzata per favorire il travaglio consiste nella somministrazione alla futura mamma delle prostaglandine. Queste ultime, come dicevamo, sono delle particolari sostanze che vengono applicate dal medico nella zona vaginale sotto forma di gel, spesso anche assieme all’impiego di ossitocina. Una volta applicato questo gel, le prostaglandine, nel giro di poche ore, saranno in grado di ammorbidire il collo dell’utero, dilatandolo e quindi favorendo il travaglio.

3. Benderelle

Un altro metodo molto sfruttato per somministrare le prostaglandine allo scopo di indurre il parto è mediante la loro applicazione in via farmacologica sotto forma di benderelle. Queste ultime sono delle piccole garze di tessuto, lunghe circa 15 cm e molto simili ad un assorbente interno, conosciute anche con il nome di Propess, dal nome del tipo di garza più utilizzata. Più nello specifico, la fettuccina di tessuto viene imbevuta di prostaglandine e applicata all’interno della vagina, dove può essere lasciata al massimo per 24 ore. La strisciolina è in grado di rilasciare autonomamente le prostaglandine, che andranno ad addolcire il collo dell’utero e a stimolare il travaglio.

4. Induzione con palloncino

L’induzione con palloncino è una tipo di induzione del parto farmacologica relativamente recente, e ancora in fase di sperimentazione, ma che sino ad oggi pare aver dato buoni risultati. Questa tecnica prevede l'inserimento nel canale vaginale un piccolo palloncino che, una volta giunto presso il collo dell’utero, si gonfia sino a raggiungere un diametro di 5 cm. In questo modo viene provocato uno scollamento delle membrane, le quali, a loro volta, rilasciano in maniera naturale delle prostaglandine, comportando quindi nel giro di qualche ora il travaglio.

5. Somministrazione di ossitocina

L'ultimo metodo farmacologico, un po' risalente nel tempo ma nonostante ciò ancora oggi molto efficace, consiste nella somministrazione alla futura mamma di ossitocina. Questa sostanza viene generalmente somministrata tramite una flebo per via endovenosa in quantità minime, perché, anche se molto efficace, per contro può rendere il travaglio molto più doloroso. Questo tipo di parto indotto viene per lo più utilizzato quando il collo uterino risulta già un po’ ammorbidito, ma il travaglio non è ancora iniziato perché la dilatazione non è ancora avvenuta.

 

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