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Voucher baby-sitting

Baby-sitterLa legge 28 giugno 2012, n.92 ha introdotto in via sperimentale, per il triennio 2013-2015, la possibilità di concedere alla madre lavoratrice (che non può usufruire della possibilità del congedo parentale facoltativo) al termine del periodo di congedo di maternità, per gli undici mesi successivi, la corresponsione di voucher per l'acquisto di servizi di baby-sitting, o per il pagamento di eventuali asili nido privati convenzionati.

Saranno pagati dall' Inps attraverso "buoni lavoro". Un modo per aiutare i neogenitori  nell' ambito dei servizi per l'infanzia.

A chi spetta il voucher baby-sitting?

Sarà, praticamente, destinato alle donne con un figlio neonato, che tornano al lavoro e non usufruiscono del congedo di maternità facoltativo. Per poter beneficiare del voucher devono essere rispettate due condizioni: essere lavoratrici dipendenti e aver già terminato il congedo di maternità obbligatorio, che oggi dura 5 mesi.

Qual è l'importo del voucher baby-sitting?

Il valore dipende dalla situazione economica dei benificiari (Isee).

Il beneficio in questione consiste in un contributo, pari ad un importo di 300 euro mensili, per un massimo di sei mesi,  in  base  alla richiesta della lavoratrice interessata.

È già in vigore?

Il "Voucher baby-sitting" rappresenta una delle novità contenute nella prossima riforma del lavoro del ministro Fornero, che verrà esaminata dalle Camere durante i prossimi mesi. La norma rinvia ad un decreto, di natura non regolamentare, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, di prossima emanazione, finalizzato all’attuazione di tali misure.



La legge 24 dicembre 2012, n.228 ha introdotto inoltre la possibilità di frazionare ad ore la fruizione

del congedo parentale, su cui si sta discutendo per stabilire le modalità di fruizione del congedo stesso su base oraria, nonché i criteri di calcolo della base oraria e l'equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa.

È una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare quelle

prestazioni occasionali, definite appunto "accessorie", che non sono riconducibili a contratti di lavoro in quanto svolte in modo saltuario, e tutelare situazioni non regolamentate.

A chi si fa la richiesta per il voucher baby-sitting?

La richiesta dovrà essere inoltrata al comune di residenza del genitore attraverso l’acquisto dei "buoni lavoro" (voucher) e in base all' ISEE, sarà corrisposto il pagamento delle prestazioni di baby sitting.

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