-- Pubblicità --

Alimentazione

Ecco perchè i cibi piccanti fanno male in gravidanza

La gravidanza rappresenta uno dei periodi più belli nella vita di una donna, ma è anche un periodo molto delicato, durante il quale la futura mamma deve stare attenta a molte cose. Più in particolare, una donna che aspetta un bambino deve prestare particolare attenzione alla sua alimentazione in gravidanza, perché è tramite i cibi che mangia che introduce una serie di sostanze nutritive nel proprio corpo.

Cibo piccante in gravidanza: sì o no?

Queste, tramite il sangue, vengono trasmesse anche al feto. Esistono, tuttavia, alcuni cibi che andrebbero evitati durante la gravidanza, come i cibi piccanti. Sono in molti infatti a sostenere che alimenti come il pepe ed il peperoncino, se assunti in quantità eccessive, provocherebbero una serie di effetti negativi sia per la salute della futura mamma che del suo bebè.

1. Stimola le contrazioni uterine

I cibi piccanti vanno evitati durante la gravidanza in primo luogo perché, come evidenziato anche dalla scienza, avrebbero la tendenza a stimolare le contrazioni uterine. Questo vale in particolar modo per il peperoncino, che, secondo vari studi scientifici, avrebbe la capacità di aumentare il battito cardiaco: questo non solo aumenterebbe le contrazioni uterine, ma potrebbe anche provocare ulteriori conseguenze ben più gravi, come un parto prematuro o addirittura, in determinati casi, un aborto spontaneo.

2. Provoca l'insorgenza della teratogenesi

Numerosi e recenti ricerche confermano che l'assunzione, da parte di una donna in stato interessante, di dosi eccessive di cibi piccanti favorirebbe anche l'insorgenza della teratogenesi. Quest'ultima consiste in una grave patologia che provocherebbe uno sviluppo anormale, durante la gravidanza, di alcune aree del corpo del feto. In altre parole, al momento del parto, il bambino potrebbe nascere con gravi difetti fisici e malformazioni corporee irreversibili.

Più nello specifico, i ricercatori hanno notato che assumere più di 30 mg al giorno di RAE, una sostanza contenuta nei cibi piccanti ed in particolar modo nella vitamina A presente al loro interno, favorirebbe l'insorgenza di questa patologia. Il pericolo verrebbe inoltre ad amplificarsi nel caso in cui la donna in gravidanza dovesse abitualmente assumere anche integratori alimentari a base di RAE.

3. Favorisce nausea e vomito

Il terzo effetto negativo che i cibi piccanti provocano su una donna in stato interessante è collegato alla capsaicina, una sostanza contenuta al loro interno che è proprio la causa del loro sapore piccante. Questa molecola, infatti, ha la capacità, una volta introdotta all'interno dell'organismo, di andare a colpire il sistema intestinale. 



Quest'ultimo, durante la gravidanza, tende ad essere più esposto agli stimoli esterni, in quando gli scombussolamenti ormonali tipici di questo periodo rendono più debole il sistema immunitario, favorendo gli attacchi esterni. Più nello specifico, la capsaicina provocherebbe forti bruciori di stomaco e, a lungo andare, anche di fastidi intestinali, che si esternano sotto forma di senso di nausea e vomito.

4. Peggiora la sindrome da colon irritabile

I cibi piccanti, infine, risultano particolarmente nocivi durante la gestazione nel caso in cui la futura mamma già soffra di alcune specifiche patologie. Questo vale, in particolare, se la donna in stato interessante soffre di sindrome da colon irritabile: secondo molti, infatti, i cibi piccanti potrebbero peggiorare gli effetti fastidiosi di questa patologia, ed in particolar modo le emorroidi.

Questo trova conferma nel fatto che la captsaicina causerebbe una ipersensibilizzazione delle mucose interne, provocando la formazione di ragadi di sangue e l'ingrossamento del plesso emorroidario. Non solo: questa sostanza, inoltre, complici gli squilibri ormonali tipici della gravidanza, porterebbe a dei cambiamenti venosi che, a loro volta, modificando i transiti intestinali, favorirebbero la formazione di una condizione di stipsi. In questo caso, per evitare qualsiasi problema, è sempre bene rivolgersi al proprio medico curante, che saprà consigliare al meglio sul da farsi.

-- Pubblicità --